Situato a 2710 m, ai piedi della parete nordovest del Gran Paradiso, nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale e con una spettacolare vista su tutto il massiccio, il Rifugio Chabod sarà la meta del nostro primo giorno. 

Lo raggiungeremo dall’Alpeggio Pravieux, in Valsavarenche, attraverso un magnifico sentiero, la mulattiera reale che il Re Vittorio Emanuele II a metà dell’800 fece costruire per la sua Riserva privata di caccia.

Cammineremo immersi in un profumato bosco di larici e pini cembri, una delle stazioni predilette dal gallo forcello in questa valle. Il bosco lascerà poi spazio ad ampie praterie alpine fiorite fino a giungere al Rifugio Chabod dove ceneremo e trascorreremo la notte.

Il giorno successivo continueremo il giro ad anello camminando su sentiero selvaggio e incontaminato, sempre accompagnati da viste magnifiche sul massiccio del Gran Paradiso.

Giungeremo così al Rifugio Vittorio Emanuele II a 2735 m e al vicino Lago di Moncorvè che riflette le cime innevate del Ciarforon (3640 m) e della Becca di Monciair (3544 m).

Rientreremo ad anello verso Pont Valsavarenche dove ci attenderà la navetta della guida che ci riporterà alle auto.

Un trekking nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il parco nazionale più antico d’Italia.
Istituito il 3 dicembre del 1922, situato a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte, attorno al massiccio del Gran Paradiso.

La storia del Parco Nazionale Gran Paradiso è legata alla protezione dello stambecco. Nel 1856, infatti, il Re Vittorio Emanuele II dichiarò queste montagne riserva reale di caccia e salvò così lo stambecco dall’estinzione. Il Re creò anche un corpo di guardie specializzate e fece costruire una rete viaria per la protezione della fauna e per le escursioni. Nel 1920, Vittorio Emanuele III donò la riserva allo Stato italiano perché ne facesse un parco.